mercoledì 16 febbraio 2011

"Non c'è niente da festeggiare" : il Movimento Studenti blocca l'inaugurazione dell'anno accademico

Oltre cinquanta persone del Movimento Studenti hanno bloccato per oltre un' ora gli ingressi dell'auditorium San Paolo, ritardando l'inizio della cerimonia inaugurale dell'anno accademico. Si sono susseguiti, durante l'iniziativa, diversi interventi al megafono degli studenti e dei precari, è stato esposto uno striscione con la scritta "non c'é niente da inaugurare", distribuiti volantini, ed infine, dopo aver liberato gli ingressi, il Movimento ha ottenuto di fare l'intervento dal palco in apertura dell'evento all'interno dell'auditorium. Tra le rivendicazioni, oltre a quelle di carattere generale legate alla legge Gelmini, diritto allo studio, reddito di cittadinanza e nuove forme di welfare, si è ribadita la necessità di spazi autogestiti per promuovere pratiche di autoformazione e autoriforma dal basso. E' stato chiesto inoltre di rimettere in discussione le modalità di creazione del nuovo statuto universitario e di gestione delle attività culturali.


"Di fronte al vuoto rituale dell'inaugurazione dell'anno accademico, noi studenti e precari crediamo che non ci sia proprio niente da inaugurare. La situazione in cui verte l'università pubblica italiana ci impedisce di affrontare serenamente un nuovo anno accademico. Da anni ci battiamo contro chi considera i saperi e l'istruzione solo come merce di scambio. Contro il tentativo di renderci tutti precari e ricattabili in un contesto di allarmante autoritarismo. Ci chiediamo quindi cosa si sta celebrando se non l'affermazione di un sistema universitario in mano ai privati che non garantisce il diritto allo studio e cosa si sta festeggiando se non la distruzione dell'università pubblica.



Si sta inaugurando oggi, un anno accademico all'insegna dei tagli. Il nostro ateneo, come tutti gli altri, si sta adeguando alla legge Gelmini, minacciando di eliminare interi corsi di studio. Sta legittimando la filosofia di questa legge, reperendo fondi dal ridimensionamento delle attività culturali. Sta mettendo gli interessi degli studenti in secondo piano rispetto alla logica del profitto immediato.

In un contesto di crisi generale e di sistema, che viene utilizzata per riaffermare gli stessi processi che l'hanno generata, vogliamo reimpossessarci della cultura e dei saperi, attraverso percorsi di autoformazione e di autoriforma dal basso. Vogliamo che venga ridiscusso un sistema di welfare ormai incapace di far fronte all'emergenza della precarietà e della disoccupazione, e praticate nuove sperimentazioni, introducendo magari un reddito di cittadinanza. Vogliamo che lo studio e la ricerca servano anche per elaborare un nuovo modello sociale in grado di garantire i nostri diritti.


Noi studenti, precari e ricercatori, così come gli operai, i migranti e quanti si battono i
n difesa di tutti i beni comuni, non siamo più disposti a subire ricatti. Noi tutti chiediamo reddito, diritti e libertà".

da Movimento Studenti - Macerata

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