martedì 15 marzo 2011

LA LEZIONE D' INSURREZIONE DEL PROFESSOR "BIFO"

"Io, Franco Berardi, docente precario di sociologia della comunicazione ho deciso che il 14 marzo, dedicherò l’inizio del mio corso all’Accademia di belle arti di Brera dove insegno, all’unico argomento urgente di questi tempi: come si può difendere la civiltà sociale dalla violenza del capitale finanziario, come si può difendere la dignità dal governo di mafia dei puttanieri, come può la nuova generazione liberarsi dall’inferno della miseria precaria?"

COME SI FA

Anche l'amore nel tempo precario
è diventato una cosa per vecchi,
un privilegio di anziani amanti
che hanno del tempo da dedicarsi.
Noi eredi di un secolo feroce
che rispettava soltanto il futuro,
siamo il futuro promesso,
l'ultimo forse però, perché il profitto
non rispetta né il domani né l'adesso.

Il patto è stato cancellato
perché la regola non vale nulla
quando non c'è la forza per imporla.
Ora ciascuno è privato,
e solitario elabora segnali
sullo schermo mutevole che irradia
intima luce ipnotica. Riceve
ordini telefonici, e risponde
con voce allegra perché non è concesso
ch’altri conosca l'intima afflizione
che ci opprime.
Talvolta sul contratto di assunzione
è compresa una norma che ti impegna
a non suicidarti.
Questo non ferma certo l'espansione
dell'esercito immenso di coloro
che levano la mano su se stessi.

Nel solo mese di maggio
all'azienda trasporti di Bologna
si sono uccisi tre lavoratori.
Dieci anni fa erano tremila
i conducenti degli autobus cittadini,
oggi sono soltanto milleduecento
e il traffico non è certo meno intenso.
Alle officine Foxsson
si danno fuoco giovani operai.
A migliaia s’immolano
i contadini indiani,
alla Telecom France
si ammazzano a decine per il mobbing.
In molte fabbriche italiane
minacciano di buttarsi giù dal tetto.
E' un sistema perfetto
razionale, efficiente, produttivo.
Chi s'ammazza è un cattivo
cittadino che non ha capito bene
come funziona il nuovo ordinamento.
Devi essere contento,
partecipi allo sforzo collettivo
che rilancia la crescita e impedisce
che il deficit sorpassi il tre per cento.

Brucia ragazzo brucia
brucia la banca centrale
e quella periferica.
A poco servirà, purtroppo
Perché i numeri che ti rovinano l’esistenza
Non sono conservati in nessuna banca,
neppure in quella centrale.
Vagano nell’infosfera
E nessuno li può cancellare.
I nemici nascosti sono numeri
Null’altro che astratte funzioni,
integrali, algoritmi e deduzioni
della scienza economica.
Ma come puoi chiamare scienza
questo sapere che non sa niente
questo assurdo sistema di assiomi
di tecniche che spengono la vita
per non uscire dalle previsioni
di spesa?
Non è una scienza, è una superstizione
che trasforma le cose in astrazione
la ricchezza in miseria
e il tempo in ossessione.

Meglio andarsene di qui, ecco come si fa.
Meglio lasciare vuoto
il luogo dell'obbedienza e del sacrificio.
Meglio dir grazie no a chi ti propone
sopravvivenza in cambio di lavoro.
Impariamo a essere asceti
che non rinunciano al piacere né alla ricchezza
ma conoscono il piacere e la ricchezza
e perciò non li cercano al mercato.
Come gli uccelli nel cielo
e come i gigli nei campi
non abbiamo bisogno di lavoro
né di salario, ma di acqua e di carezze,
di aria, di pane, e dell'infinita ricchezza
che nasce dall'intelligenza collettiva
quando è al nostro servizio, non al servizio
dell'ignoranza economica.

Se vuoi sapere come si fa
io posso dirti soltanto
quello che abbiamo imparato dall'esperienza.
Non obbedire a chi vuole la tua vita
per farne carcassa di tempo vuoto.
Se devi vendere il tempo in cambio di danaro
sappi che non c'è somma di danaro
che valga il tuo tempo.

E’ comprensibile che qualcuno pensi
Che solo con la violenza
Possiamo avere indietro
Quello che ci han sottratto.
Invece non è così,
- dispongono di armate professionali
che la gara della violenza la vincerebbero
in pochi istanti.
Quel che puoi fare è sottrargli il tempo della tua vita.
Occorre diventare ciechi e sordi e muti
quando il potere ti chiede
di vedere ascoltare e parlare.

L'esodo inizia adesso
andiamocene via
ciascuno col suo mezzo di trasporto.
Meglio morto
che schiavo dell'astratto padrone
che non conosce
dolore né sentimento né ragione.
Ma meglio ancora vivo
senza pagare né il mutuo né l'affitto.
Quel che ci occorre non è nostro
se non nel breve tempo di un tragitto.
Quando arrivi parcheggi,
lasci le chiavi e lo sportello aperto
per qualcun altro che deve spostarsi
nella città, sui monti o nel deserto.

Ecco come si fa.
Si smette di lavorare
ché di lavoro non ce n'è più bisogno.
Occorre svegliarsi dal sogno
malato della crescita infinita
per veder chiaramente
che c'è una bolla immensa di lavoro inutile
che si gonfia col nostro tempo.
Inventiamo una vita che non pesa,
Che non costa.
Una vita leggera.

E poi sai che ti dico?
Non ti preoccupare del tuo futuro
Che tanto non ce l’hai. E’ tutto destinato
A pagare l’immenso debito accumulato
Per ripianare il debito delle banche.
Il futuro di cui parlano gli esperti
è sempre più tetro ogni giorno
che passa. E’ meglio che diserti
e comunichi intorno
il lento piacere dell’essere altrove.
Ecco come si fa.

Franco Berardi aka BIFO

venerdì 18 febbraio 2011

"CON DAVID NEL CUORE" Sabato 19 Febbraio, Assalti Frontali & Inoki al CSA Sisma



" Noi ti dobbiamo dei ringraziamenti collettivi per come eri e insieme a noi ancora vivi, ora che brilli come una stella anche se siamo della terra e torniamo alla terra "

da
"Gaia per davvero"

mercoledì 16 febbraio 2011

"Non c'è niente da festeggiare" : il Movimento Studenti blocca l'inaugurazione dell'anno accademico

Oltre cinquanta persone del Movimento Studenti hanno bloccato per oltre un' ora gli ingressi dell'auditorium San Paolo, ritardando l'inizio della cerimonia inaugurale dell'anno accademico. Si sono susseguiti, durante l'iniziativa, diversi interventi al megafono degli studenti e dei precari, è stato esposto uno striscione con la scritta "non c'é niente da inaugurare", distribuiti volantini, ed infine, dopo aver liberato gli ingressi, il Movimento ha ottenuto di fare l'intervento dal palco in apertura dell'evento all'interno dell'auditorium. Tra le rivendicazioni, oltre a quelle di carattere generale legate alla legge Gelmini, diritto allo studio, reddito di cittadinanza e nuove forme di welfare, si è ribadita la necessità di spazi autogestiti per promuovere pratiche di autoformazione e autoriforma dal basso. E' stato chiesto inoltre di rimettere in discussione le modalità di creazione del nuovo statuto universitario e di gestione delle attività culturali.


"Di fronte al vuoto rituale dell'inaugurazione dell'anno accademico, noi studenti e precari crediamo che non ci sia proprio niente da inaugurare. La situazione in cui verte l'università pubblica italiana ci impedisce di affrontare serenamente un nuovo anno accademico. Da anni ci battiamo contro chi considera i saperi e l'istruzione solo come merce di scambio. Contro il tentativo di renderci tutti precari e ricattabili in un contesto di allarmante autoritarismo. Ci chiediamo quindi cosa si sta celebrando se non l'affermazione di un sistema universitario in mano ai privati che non garantisce il diritto allo studio e cosa si sta festeggiando se non la distruzione dell'università pubblica.



Si sta inaugurando oggi, un anno accademico all'insegna dei tagli. Il nostro ateneo, come tutti gli altri, si sta adeguando alla legge Gelmini, minacciando di eliminare interi corsi di studio. Sta legittimando la filosofia di questa legge, reperendo fondi dal ridimensionamento delle attività culturali. Sta mettendo gli interessi degli studenti in secondo piano rispetto alla logica del profitto immediato.

In un contesto di crisi generale e di sistema, che viene utilizzata per riaffermare gli stessi processi che l'hanno generata, vogliamo reimpossessarci della cultura e dei saperi, attraverso percorsi di autoformazione e di autoriforma dal basso. Vogliamo che venga ridiscusso un sistema di welfare ormai incapace di far fronte all'emergenza della precarietà e della disoccupazione, e praticate nuove sperimentazioni, introducendo magari un reddito di cittadinanza. Vogliamo che lo studio e la ricerca servano anche per elaborare un nuovo modello sociale in grado di garantire i nostri diritti.


Noi studenti, precari e ricercatori, così come gli operai, i migranti e quanti si battono i
n difesa di tutti i beni comuni, non siamo più disposti a subire ricatti. Noi tutti chiediamo reddito, diritti e libertà".

da Movimento Studenti - Macerata

venerdì 21 gennaio 2011

MAGHERA, CSO RIVOLTA: Seminario/Meeting "UNITI CONTRO LA CRISI"



PROGRAMMA

° SABATO 22 GENNAIO

ore 10.00 (Sala Hangar)
Assemblea Plenaria
Apertura dei lavori, relazioni introduttive ai workshop

Ore 14.00 Break

Ore 15.00 – Inizio dei workshop

Workshop 1: "Democrazia e saperi come bene comune: verso gli Stati Generali della conoscenza" (Sala hangar)
Le mobilitazioni studentesche anti-Gelmini, le lotte dei precari della scuola e dell'università, le iniziative di lavoratrici e lavoratori della cultura e dello spettacolo hanno progressivamente allargato i confini di una rivolta dell’intelligenza sociale nel suo complesso contro una gestione padronale e governativa della crisi che, nel nostro Paese, ha scelto la linea del disinvestimento nel campo della formazione, della ricerca, della produzione culturale. In positivo, i conflitti degli ultimi mesi indicano come proprio questi soggetti sociali – in stretta connessione con tutti i soggetti del lavoro vivo – siano diventati protagonisti di una battaglia che pone la condivisione del sapere, la sua socializzazione, la cooperazione costruita intorno ad esso, al cuore dei processi di liberazione di tutti e di ciascuno.

Workshop 2: "Democrazia e beni comuni: tra crisi ecologica e riconversione produttiva per un nuovo modello di sviluppo" (Sala Nite park)
Anche di fronte all’esito del vertice di Cancun, le molteplici e spesso drammatiche forme, in cui si manifesta la crisi delle condizioni ambientali che hanno fin qui assicurato la sopravvivenza dei viventi sulla terra, non possono essere considerate un tema collaterale o addirittura marginale nella lettura dell’attacco capitalistico e della risposta sociale ad esso. La questione di una radicale conversione ecologica della produzione e dell’economia stessa è inscindibile da quelle della difesa dei diritti fondamentali e da quella della conquista di salari e redditi dignitosi per tutte e tutti. La pratica di una gestione democratica e partecipata dei beni comuni, naturali e artificiali che siano, non può che essere al centro di ogni valida proposta di alternativa sociale all’esistente e dell'apertura di vertenze territoriali per la riconversione.

Workshop 3: "Democrazia e Welfare: salario, reddito, redistribuzione della ricchezza" (Sala open space)
E’ alle nostre spalle il tempo in cui i più furbi tra i maitre à penser padronali potevano permettersi di contrapporre strumentalmente l’allargamento degli “ammortizzatori sociali” alla crescente platea del lavoro “atipico”, ai “privilegi dei garantiti” delle tradizionali forme del lavoro fordista. Il gioco oggi è scoperto e la crisi ne riduce ulteriormente i margini di manovra. Nessuno è più garantito, ammesso che mai lo sia stato, di fronte alla portata dell’attacco ai diritti. I confini tra condizione di lavoro e di non lavoro sono assottigliati, fin quasi a sparire. La posta in gioco dello scontro è la disponibilità totale e assoluta, nel tempo e nello spazio, della forza lavoro, e in questo il lavoro migrante e la sua condizione di privazione di diritti è paradigmatico. Salario diretto e salario indiretto, continuità e indipendenza del reddito, cornice formale e strumenti di implementazione sostanziale dei diritti sociali, nuovi diritti di cittadinanza, sono i termini di questo stesso decisivo conflitto, tutti da ricomprendere e rideterminare da parte dei molteplici soggetti del lavoro vivo, dominato e sfruttato.

Corsivo
Ore 20.00 cena

Ore 21.00 - Forum: "Strumenti della comunicazione per affrontare la crisi: le sinergie per una comunicazione “comune”.
Partecipano: Loop, Il Manifesto, Global Project, Alternative per il socialismo, Carta, Terra, Liberazione, Alfabeta, MicroMega, Radio popolare Roma, Radio Ciroma, Controlacrisi.org

Ore 21.00 (Sala Global Project)
Video contributi su crisi globale, finanziarizzazione, nuova composizione sociale, Cina, Stati Uniti, Europa

Ore 23.00
Anteprima nazionale di Non Vengo dalla Luna
soggettiva attorno al 14 dicembre
Uno spettacolo di e con Carla Vitantonio e Francesco Papaleo
con il fondamentale contributo di tutte le autrici e tutti gli autori dei racconti attorno al 14 dicembre
un ringraziamento particolare a globalproject. info, Radio Kairòs e TPO

° DOMENICA 23 GENNAIO

ore 10.00 (Sala Hangar)
Assemblea Plenaria: "Democrazie e diritti: le prospettive di una lotta comune"
Relazioni sui workshop, interventi finali, comunicazioni sulla giornata di sciopero del 28 gennaio e appuntamenti futuri.

Il meeting è frutto dello sforzo di tante e di tanti e ovviamente non ha finanziamenti. Questo è un motivo di grande soddisfazione (l’indipendenza non è mai scontata) e contemporaneamente un terreno di sperimentazione concreta della “pratica del comune”. è per questo che chiediamo a tutti i partecipanti di contribuire con 5 euro di sottoscrizione minima all’ingresso per il pranzo e la cena. Ma anche chiediamo a tutti di andare oltre: chi può aggiungendo un altro piccolo “contributo di sostegno”, che serve a recuperare il più possibile le spese.

Al Seminario/Meeting UNITI CONTRO LA CRISI saranno presenti con i propri materiali: Associazione YaBasta!, Progetto Melting Pot Europa, Comitato Acqua Bene Comune Venezia, No Dal Molin, Comitato 3 e 32, Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale, Associazione Yaku, Circolo de “Il Manifesto” di Padova, Alternative per il socialismo, Carta, Terra.

Lo spazio “Crosspoint Centri Sociali” sarà il luogo del confronto e della condivisione di centri sociali, spazi sociali, collettivi e realtà che nei propri territori si battono per la difesa e la conquista di diritti, libertà e indipendenza.

Per info ed accoglienza: meeting2011@globalproject.info
Il Rivolta P.V.C. è a Marghera, in via Fratelli Bandiera 45 www.rivoltapvc.org |

2O/01/2O11, Assemblea di Movimento al TNT di Jesi

martedì 18 gennaio 2011

"Si ai diritti, no ai ricatti": verso lo Sciopero Generale FIOM del 28 Gennaio


Le Marche territorio laboratorio delle Reti Sociali

Le mobilitazioni degli operai, le occupazioni degli studenti medi e universitari, le manifestazioni di centri sociali e precari, dei ricercatori e dei lavoratori della formazione, il movimento a difesa dell'acqua, dei beni comuni e del territorio... fino alla sfiducia sociale alle politiche del Governo portata in piazza a Roma il 14 dicembre.

Percorsi differenti si sono uniti contro la crisi: per costruire insieme la possibilità di uscire dal ricatto della precarietà per affermare i diritti del lavoro, per il reddito e la redistribuzione delle ricchezze, per praticare la democrazia reale per conquistare un futuro di indipendenza.

Uniti Contro la Crisi vuole essere uno spazio politico dei movimenti, dove sia possibile sviluppare il confronto di un “comune sociale” che la crisi ha prodotto generalizzando la condizione di precarietà, di incertezza nel futuro e perdita dei diritti.

La controriforma Gelmini e l’operazione Marchionne riguardano una modifica generale delle relazioni sociali nel nostro paese a cui è necessario reagire superando i classici schemi della politica ormai consunti, sperimentando nuovi percorsi che producano risposte comuni.

La giornata del 28 Gennaio, giornata di sciopero indetto dalla FIOM, è il prossimo appuntamento.

I Centri Sociali delle Marche e la Fiom Marche organizzano:

Giovedì 20 gennaio, ore 21.00 - Jesi, CSOA TNT

ASSEMBLEA DI MOVIMENTO

Maurizio Landini - Segretario Generale Nazionale Fiom
Paolo Cognini - Centri Sociali Marche

Interverranno:
Giuseppe Ciarrocchi - Segretario Fiom Marche
Evasio Ciocci - Coordinamento Marchigiano Movimenti per l’Acqua
Rappresentanze di studenti, lavoratori, precari, ricercatori

Coordina:
Sergio Sinigaglia
(giornalista de Il Manifesto)


Per informazioni: email info@glomeda.org

domenica 16 gennaio 2011

"LA NUOVA FIAT" by Csa Sisma



" A proposito di veleni, la nuova fiat": su Giap!, il blog del Collettivo Wu Ming, si analizza e si discute il video realizzato dal Csa Sisma

Questa l'analisi di
Wu Ming 1:
15/01/2011 at 12:01 am

" Il video originale vuole imporci l’Uno: l’Italianità, l’Unanimismo perbenista, il melenso metter-tutti-d’accordo, la ricerca del minimo comune denominatore. Sordi, il Papa, gli eroi dell’antimafia trasformati in santini… La sequenza di immagini definisce una grande comunità nazionale, Una Cosa Sola che rimuove il conflitto, lo spinge via, lo relega ai propri margini. Chi non fa parte di questa comunità nazionale, è schierato con l’orrore. Le fugaci immagini del Male, i simboli dell’orrore, vengono – fateci caso – dagli anni Settanta e immediati dintorni. Da quel “decennio lungo” si prendono due simboli: il primo è l’orologio infranto della strage del 2 Agosto 1980 (ciò che non si può non esecrare), l’altro è la celebre foto di tre militanti dell’Autonomia milanese in una manifestazione del 1977 (ciò che si deve esecrare, “senza se e senza ma”).

° Il secondo video propone tutt’altro modello, tutt’altro frame. Per questo mi sembra riduttiva la parola “parodia”. Il nuovo montaggio disvela, disperde la cortina fumogena dell’Uno che nascondeva il molteplice, e mostra le lotte, le forze in conflitto, gli interessi contrapposti, il fatto che ci sono ricchi e poveri, oppressori e oppressi, sfruttatori e sfruttati, e COL CAZZO che siamo tutti d’accordo, che siamo Una Cosa Sola. Siamo Molti e Diversi. Siamo in contrasto tra noi. La società è divisa in classi. Quando il primo video mostra una folla di persone, la mostra *intruppata*: Carabinieri in uniforme, schierati, tutti uguali. Il secondo video invece mostra delle (lo so, il termine è abusato) moltitudini, mostra più soggetti differenti. Quindi, non so se il secondo video possa essere detto una “parodia”. Certo, è più brillante del primo, è anche ben più divertente (almeno per noi che la pensiamo in un certo modo), ma è anche *ben più serio* e più dignitoso del primo, cosa che nelle parodie è raro.

Forse dovremmo usare una delle parole inventate da Alfio Rotunno, il coniatore di neologismi. Rotunno si impegna a “battezzare” cose che esistono e di cui abbiamo esperienza, ma per le quali nessuno aveva ancora trovato un vocabolo, almeno non in italiano (Es. “ESSALEMME. Punto esatto in cui piantare un chiodo affinché un quadro risulti equidistante da due finestre”). Una delle parole più interessanti create da Rotunno è “smarodia”, che è l’opposto di “parodia”. La smarodia è il rifacimento triste e noioso di un’opera che nella versione originale era vivida e coinvolgente. Ecco, forse il video ufficiale della Nuova 500 era la smarodia anticipata del video realizzato dal CSA Sisma."